Analisi Acque

L’acqua è un elemento basilare della vita umana. Gli usi che facciamo dell’acqua sono talmente vitali, spontanei, abituali da indurci a poter dimenticare l’importanza che essa ha per la nostra vita. Beviamo acqua, ci laviamo con acqua, un componente cruciale della nostra esistenza per il quale motivarne l’essenzialità potrebbe risultare addirittura superfluo. L’acqua quindi va controllata e le normative italiane sull’analisi delle acque prevedono una serie di indicazioni che riguardano molteplici aspetti. Dalla casa, alla piscina, dallo scarico o riflusso nelle attività produttive, ai centri termali. L’acqua potabile, ad esempio, le acque potabili provenienti da impianti condominiali, da pozzi, vanno controllate, analizzate, al fine di accertarne salubrità, e idoneità all’uso. Allo stesso modo deve essere sorvegliata la corretta composizione microbiologica delle acque utilizzate nelle piscine che devono rispettare determinati e obbligatori parametri. Va infine osservato il comportamento chimico delle acque reflue, provenienti da impianti produttivi, di acque superficiali, di impianti natatori di strutture ricettive e termali per le quali vige l’obbligo di controlli.Le analisi del LAS sono indirizzate all’esame di diverse tipologie di acque:

  • di tipo domestico (acqua potabile)
  • di scarico, sia domestico che industriale (acque reflue)
  • di superficie, come laghi, rivoli ecc (acque di superficie)
  • di origine termale

Acque destinate al consumo umano

La qualità dell’acqua potabile è regolata dal Decreto Legislativo 2 febbraio 2001 n. 31 e s.m.e.i. “al fine di proteggere la salute umana dagli effetti negativi derivanti dalla contaminazione delle acque, garantendone la salubrità e la pulizia”. (art.1, D.Lgs.n.31/2001).

Il controllo igienico sanitario e l’analisi sulle acque potabili viene effettuato quindi per legge ed è indispensabile su quelle di uso comune (analisi acque condominio) e su quelle utilizzate nelle imprese alimentari, per verificare periodicamente la salubrità dei prodotti. Per acque destinate al consumo umano si intendono “le acque trattate o non trattate, destinate ad uso potabile, per la preparazione di cibi e bevande, o per altri usi domestici, a prescindere dalla loro origine, siano esse fornite tramite una rete di distribuzione, mediante cisterne, in bottiglie o in contenitori” sono acque potabili poi “le acque utilizzate in un’impresa alimentare per la fabbricazione, il trattamento, la conservazione o l’immissione sul mercato di prodotti o di sostanze destinate al consumo umano, escluse quelle, individuate ai sensi dell’articolo 11, comma 1, lettera e), la cui qualità non può avere conseguenze sulla salubrità del prodotto alimentare finale”.

L’utilizzo di acqua potabile viene assicurato da un impianto di distribuzione domestico. Per impianto di distribuzione domestico si intendono “le condutture, i raccordi, le apparecchiature installati tra i rubinetti normalmente utilizzati per l’erogazione dell’acqua destinata al consumo umano e la rete di distribuzione esterna. La delimitazione tra impianto di distribuzione domestico e rete di distribuzione esterna, di seguito denominata punto di consegna, è costituita dal contatore, salva diversa indicazione del contratto di somministrazione”. (art.2, D.Lgs.n.31/2001)

L’acqua da bere è quindi controllata attraverso analisi chimica, chimico-fisica e microbiologica. L’attività del laboratorio è fondamentale per lo studio e la verifica delle corrette caratteristiche dell’acqua potabile e degli impianti di distribuzione domestica, per un monitoraggio finalizzato al rilevamento dei normali parametri all’interno dei quali l’acqua deve restare.

Acque reflue

Si intendono per acque reflue o acque di riflusso le acque di scarico che rifluiscono dopo le attività produttive o domestiche. Sono le acque di scarico delle abitazioni, degli impianti di produzione, di depurazione, di irrigazione. La legislazione in materia prevede prelievi e analisi chimiche sulle acque reflue per controllarne e monitorarne il livello di inquinamento.

Prelievi e analisi chimiche e microbiologiche di acque di scarico depurate e non, provenienti da insediamenti produttivi e/o da impianti di depurazione pubblici vengono eseguiti nel rispetto delle legislazioni vigenti e cioè del D.Lgs. 152 del 03/04/06, e dalle successive modifiche e integrazioni previste dal D.M. del 30/07/99 e del D.M. 185 del 12/06/03.

Per evitare inquinamento, e gravi allarmi ambientali le acque reflue necessitano di un monitoraggio costante, attraverso dei criteri ben precisi con stretti parametri di valutazione chimico-fisici e biologici.

I test delle acque reflue interessano generalmente sia gli organismi vegetali e animali inquinanti, sia le sostanze galleggianti, sospese, disciolte. Schiume, grassi, oli.

Acque superficiali

Le acque di superficie sono quelle acque che si raccolgono in prossimità delle foci dei fiumi o in generale ristagni acquosi che, a causa dell’elevato costo delle altre tipologie di acque, vengono sempre più spesso utilizzati dalle industrie. Questa tipologia di acqua richiede, per essere utilizzata, trattamenti specifici e analisi particolari atti a rilevare l’eventuale presenza di batteri e alghe e più in generale il livello complessivo di elementi solidi sospesi.

Secondo il protocollo di analisi della Direttiva quadro europea 2008/105/CE per il monitoraggio ambientale delle acque di superficie vi sono 33 possibili sostanze inquinanti potenzialmente presenti in esse. Il D.Lgs. 02-02-2001 n. 31 e s. m. e i. inoltre afferma che è obbligatorio per legge il costante controllo delle acque destinate in qualche modo ad avere a che fare con il consumo umano.

Acque di pozzo

L’analisi dell’acqua dei pozzi può dare risposte molto diverse a seconda, per esempio, del terreno su cui si trova il pozzo stesso. L’acqua ha un suo ciclo naturale, detto idrologico, per il quale arriva ai nostri terreni o da pioggia o da condensa. Giunta sul terreno l’acqua segue percorsi differenti: o prosegue in superficie o si addentra nelle profondità e alimenta le falde acquifere. Dal terreno può uscire di nuovo fuori o in maniera naturale incontrando prima o poi uno sbocco (sorgente naturale) oppure con l’intervento dell’uomo il quale ha la conoscenza e la tecnologia per realizzare pozzi artificiali.

Quindi luogo di provenienza, percorso e tipologia di captazione definiscono il tipo di acqua sia nelle sue caratteristiche chimico fisiche che in quelle microbiologiche. Alcune acque potrebbero risultare molto leggere e quasi prive di sostanze disciolte, altre essere ricche di sali minerali e o sostanze chimiche per le quali va indagata l’origine per valutarne eventuale danno per la salute dell’uomo con conseguente proibizione dell’uso sia potabile che tecnologico (es: irrigazione dei campi).

Acque di condominio

Nell’ambito della tutela della sicurezza alimentare dei cittadini l’Unione Europea ha legiferato anche in merito alla responsabilità sui controlli per le acque dei condomini. Il D.Lgs n. 31 del febbraio 2001 e s. m. e i. tratta proprio di questo aspetto sottolineando gli obblighi che ha l’Amministratore di Condominio. Ad egli spetta, infatti, il compito di assicurarsi che l’acqua che fuoriesce dai rubinetti dei condomini e quindi utilizzata per il consumo umano sia “salubre e potabile“.

Il decreto riporta che per gli edifici e le strutture il gestore ed il titolare della struttura (l’Amministratore di Condominio) deve assicurare che i valori fissati dalla legge, siano mantenuti costanti fino al punto in cui l’acqua fuoriesce dal rubinetto. Per rispettare tale obbligo è anche necessario in alcuni casi un controllo analitico delle acque.